storia

Basilica di San Michele Arcangelo a Piano di Sorrento

La basilica di San Michele è situata nel centro storico della città e fu edificata nel IX secolo ma fonti storiche attestano l’esistenza della basilica già tra il 913 e il 917. Si suppone sia stata costruita su un antico tempio romano dedicato alla dea Minerva oppure su una necropoli.

Nel 1886 durante i lavori di ripavimentazione venne rinvenuta un’urna funeraria di epoca romana, oltre ad un bassorilievo raffigurante Gesù crocifisso di epoca bizantina. Ricostruita nel 1405, divenne parrocchia nel 1451.

Nel XVI secolo (dal 1571 al 1575) vi fu una sorta di fusione fra edifici adiacenti quali la chiesa di Santa Maria della Neve e di Santa Maria di Monserrato. Nel 1522 l’Università del Piano fu autorizzata a riunirsi nella chiesa di San Michele e le famiglie più in vista nominavano i parroci e provvedevano alla manutenzione.

Nel 1688 un terremoto fece crollare il campanile, la cupola maggiore e parte delle navate e della facciata esterna. La ricostruzione fu terminata nel 1726 e fu proprio in quell’anno che la chiesa fu riconsacrata dall’Arcivescovo di Sorrento Ludovico Agnello Anastasio. Sempre nel 1726 i fedeli deliberarono in Parlamento di elevare la parrocchia a Collegiata con sette canonici.

Nel 1914 la chiesa fu elevata a Basilica pontificia da papa Benedetto XV e furono collocati lo stemma pontificio e la croce sul vertice del timpano.

 

 

La basilica all’interno

L’accesso alla chiesa è attraverso un’ampia scala in pietra. La facciata è in stile barocco: divisa verticalmente in tre scomparti da due colonne capitellate, nella parte centrale presenta il portale d’ingresso del XVI secolo, con porte in bronzo di Alessandro Romano e con bassorilievi della Trinità. Nella parte superiore si può ammirare l’affresco di San Michele che scaccia satana.

Internamente la chiesa è a croce Latina divisa in tre navate e pavimentata in marmo; l’intero ambiente è illuminato da otto finestre e sul soffitto centrale è possibile ammirare sette tele di cui non si conosce l’autore ma potrebbe trattarsi di Girolamo Imparato.

 

 

 

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